56 i sei kaki di Mu Qi

 

Mu Qi (1210-1275) o Mu Chi, monaco cinese (chiamato Mokkei in Giappone), è uno dei massimi esponenti della scuola di pittura cinese Chan molto amato dagli shogun Ashikaga  ed è l’autore del dipinto qui sotto in inchiostro nero e blu su carta, conservato ora nel Daitoku-ji a Kyoto, intitolato: sei kaki

 

 

di cui uno al centro, color nero, contornato da tre kaki color grigio, con altri due kaki più esterni color bianco ossia, considerando la composizione di kaki nel suo insieme, da un centro scuro/nero si passa a una zona intermedia grigia per arrivare alla periferia chiara/bianca

 

Il decalare dei colori dal kaki al centro nero passando ai tre kaki grigi per arrivare ai due kaki bianchi alla periferia simboleggia le regole della Natura, care al Taoismo, riguardante la crescita dei vegetali, regole che possono essere espresse utilizzando dei concetti equivalenti dicendo che il centro del disegno è:

 

nero oppure scuro, pesante, vecchio o aperto se fiori ,  denso/folto

 

in contrapposizione alla periferia caratterizzata dai termini opposti:

 

bianco oppure chiaro, leggero, giovane o chiuso se fiori,

 

rado/diradato

 

mentre ciò che si trova fra centro e parte esterna del dipinto è caratterizzato da termini di transizione fra nero-bianco, pesante-leggero, vecchio-giovane,…….. ecc.

 

 

 

 

 

queste caratteristiche sono visibili, ad esempio, in questo cespuglio il cui centro è più folto, denso, “scuro”, “otticamente pesante”, rispetto alla sua periferia che è diradata, “chiara”, “otticamente leggera”; nel centro del cespuglio i fiori si sono aperti prima di quelli periferici e dunque sono più “vecchi” e a stadio di apertura più avanzato, ossia più aperti, rispetto a quelli della periferia “giovani” e ancora chiusi.

 

 

 

 

 

Lo stesso concetto di colore che da scuro al centro diventa chiaro alla periferia, espresso nel dipinto dei kaki, lo troviamo nella disposizione del cibo con l’elemento più scuro al centro e in questi due disegni con cani e conigli di Maruma Okyo (1733-1795).

 

 

 

 

 

Le composizioni ikebana, sin dalle sue prime forme codificate Tatebana/Rikka, sono state costruite rispettando queste regole visibili nella Natura e il riferirsi al disegno dei sei kaki di Mu Qi da parte dell’ikebanista Ohara lo aiuta nel prendere delle decisioni mentre compone un ikebana poiché i concetti espressi nel disegno dei kaki li ritroviamo frequentemente ancora oggi nelle regole compositive degli stili legati alla tradizione (ma occasionalmente anche a quelli legati al presente).

 

scuro al centro, chiaro alla periferia

 

– La Fascia di Colore nei Moribana, essendo al centro della composizione, è di un colore più scuro rispetto ai gruppi shu-fuku e kyaku ai suoi lati

 

 

 

 

 

 

nei due Moribana la -Fascia di Colore- al centro della composizione è più scura del gruppo shu-fuku e gruppo kyaku, gruppi alla periferia della composizione.

 

 

Anche in questo Hana-isho, stile Allineato, il fiori shushi con i suoi ausiliari al centro della composizione è più scuro rispetto ai fiori dei gruppi (periferici nella composizione) fukushi e kyakushi.

 

   

 

 

La regola scuro al centro, chiaro alla periferia non è applicata quando uno dei due gruppi principali  (shu-fuku o kyaku) è di un colore scuro: in questo caso la Fascia di Colore sarà di un colore chiaro come in questi due  esempi

 

Il ricordare la disposizione dei kaki di Mu Qi aiuta l’ikebanista anche quando deve decidere come disporre il fiore kyakushi e i suoi ausiliari alto e basso:

 

vecchio al centro, giovane alla periferia oppure

aperto al centro, chiuso alla periferia

 

– nel gruppo kyaku, fiori più “vecchi” al centro della composizione, fiori più “giovani” alla sua periferia

 

  

  

 

 

sia nel disegno che nelle tre composizioni, il fiore più “vecchio”, aperto è al centro della composizione mentre il fiore più “giovane”, ancora semi-chiuso è alla sua periferia: nell’Hana-isho di base, kyaku è al centro, dunque usa una rosa “vecchia”, aperta e la rosa suo Ausiliare periferica dev’essere più “giovane”, ancora semi-chiusa.

 

Nei Moribana con Fascia di Colore il fiore lilium più “vecchio” è al centro mentre il secondo lilium più periferico è ancora chiuso; nel secondo moribana con la sanseveria, fra le tre rose che formano il gruppo kyaku il fiore “vecchio” è l’Ausiliare basso fiore -più centrale-, il fiore più “giovane” è l’Ausiliare alto fiore -più periferico- e quello mediamente aperto è il fiore kyaku -posizionato fra centro (A. basso)  e periferia (A. alto).

 

 

 

L’uso di fiori a differenti stadi di apertura è l’evidenziare la transitorietà, cara al Buddhismo ma i fiori a differente stadio di apertura non sono posizionati a caso bensì seguono lo schema esemplificato dai -sei kaki di Mu Qi- ossia, se consideriamo tre fiori (kyaku, suo ausiliare alto e suo ausiliare basso), il più aperto al centro -ausiliare basso-, il più chiuso alla periferia della composizione -ausiliare alto- e quello semi-aperto -kyaku- fra i due.

 

“grosso” al centro, “piccolo” alla periferia

 

 

– in Occidente, se si comperano dei fiori, questi sono di solito tutti  allo stesso stadio di sviluppo e quindi non si può mostrare la    transitorietà inserendo nella composizione dei fiori a vari stadi di apertura; in questo caso useremo dei fiori di grandezza differente ossia il più grande al centro quale A. basso , il più piccolo alla periferia quale A.Alto e quello medio fra i due quale kyaku.

 

 

in questo Moribana i fiori kyaku e suoi ausiliari sono “adulti” (a giudicare dalle foglie) e, seguendo la regola, l’ausiliare-basso-fiore (essendo al centro della composizione) è il più “grosso”, l’ausiliare-alto-fiore (alla periferia della composizione) è il più “piccolo” mentre il fiore kyaku (fra il centro e la periferia) è quello di “media grandezza”.

Contrariamente alla Decorazione Floreale Occidentale che metterebbe il fiore più “bello” nel punto più importante, ossia Kyaku, la tendenza attuale della Scuola Ohara è questa.

 

 

in questo Moribana con Fascia di Colore è visibile l’applicazione della “regola dei kaki di Mu Qi”Occhiolinosia nel colore più scuro  della Fascia di Colore (al centro) rispetto ai colori più chiari dei gruppi shu/fuku e kyaku (alla periferia) ma anche nella scelta della grandezza dei fiori nella Fascia di Colore stessa,  fiore più aperto nella posizione più vicina al centro della composizione e quello più chiuso alla periferia.

 

 

 

Quando si usano 5 fiori nella Fascia di Colore, questi vengono assemblati in due gruppi di 2 + 3 fiori (vedi art.62):

 

  il gruppo più vicino al centro della composizione (indipendentemente se formato da 2 o 3 fiori) è più “pesante, folto, denso” rispetto al gruppo più distante dal centro della composizione nel quale i fiori sono disposti più “leggeri, diradati, spaziati”.

 

La “regola dei kaki di Mu Qi” è applicata non solo per il colore più scuro della Fascia di Colore rispetto all’intera composizione (colore più scuro al centro con le celosie rosse nella foto a destra, ma colore più chiaro con i garofani poiché gli amaryllis sono già di colore scuro) ma anche all’interno della Fascia stessa per cui il gruppo di fiori più vicino al centro della composizione è “più compatto, coi fiori più vicini fra di loro” rispetto al gruppo di fiori più distante dal centro della composizione che appare “più leggero” poiché i fiori sono più distanti fra di loro, più spaziati,

 

– folto al centro, diradato alla periferia

 

 

in generale il centro delle composizioni è relativamente folto rispetto alla sua periferia: in questo Hana-isho, stile radiale, visto da più lati e in questo heika stile Obliquo, come in tutti gli altri esempi precedenti, il centro della composizione è “folto”, compatto, “pesante” mentre la periferia è “diradata”, ariosa, “leggera”,

 

 

 

 

Esempio che non segue i concetti esposti in questo articolo: il fiore più “grosso”/vecchio non è l’Ausiliare basso ma kyaku mentre quello “di media grandezza” è l’Ausilare basso, impostazione scelta probabilmente causa il volume dei singoli fiori in rapporto al vaso e all’intera composizione.

 

anche in questo articolo, come in tutti gli altri, le fotografie di ikebana Ohara sono copyright della Scuola Ohara.

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