posizione di-destra/hongatte e di-sinistra/gyakugatte

 

 

 

 

L’Ikebana è nato nel 15° sec nel e col tokonoma e la composizione veniva messa a-destra o a-sinistra del kakemono rappresentante Buddha, nella foto a lato è messo a sinistra del kakemono.

 

In quel periodo vedi Art. 13° si usava disporre i vegetali solo con Shu verticale e al centro che corrisponde grossomodo allo Stile Alto odierno della Scuola Ohara perciò esistevano due possibilità di posizione dei tre elementi che la Scuola Ohara chiama shu-fuku-kyaku

 

perciò le due composizioni vennero chiamate di-destra poiché messe a destra del kakemono rappresentante Buddha e di-sinistra poiché alla sua sinistra, dunque la destra o la sinistra di cui si parla non è di chi guarda la composizione ma quella del Buddha dipinto sul kakemono ( vedi art. 17°)

 

 

Basandosi su questo concetto utilizzato sin dalla nascita dell’ikebana, la Scuola Ohara definisce “di destra” o “di sinistra” tutti gli Ikebana in base alla posizione del kenzan messo lungo la bisettrice del vaso “a destra” o “a sinistra” (di un immaginario Buddha al centro del vaso) .

  • La disposizione di-destra è quella più frequentemente eseguita (anche in Giappone la maggior parte della popolazione è destrimane e i destrimani eseguono con più facilità la composizione di-destra mentre per i mancini, in minoranza, è più facile eseguire la composizione di-sinistra) perciò è anche chiamata HON-GATTE che significa “situazione normale”, nel senso di “più frequentemente eseguita”, poiché si ritiene che ciò che fa una maggioranza di persone sia la “normalità”.

    (hon=principale, normale e katte=situazione).

     

    La composizione di-sinistra viene anche chiamata gyaku-gatte poiché è la situazione (katte) “opposta”(gyaku) alla prima, la più frequentemente eseguita.

     

  • Anche nel kenzan il triangolo scaleno formato dai punti di inserzioni dei vegetali di una composizione hongatte è “a specchio” rispetto al triangolo formato dalle inserzioni dei vegetali di una composizione gyakugatte.

 

inserzioni nel kenzan degli elementi principali dello Stile Alto

 

Questo concetto dell’ikebana di essere in concordanza armonica con ciò che lo circonda è una “messa in pratica” del concetto buddhista di insostanzialità (ogni ente è sempre e necessariamente costituito da relazioni, sia a livello biologico che a livello etico).

L’insostanzialità, con l`impermanenza, costituisce uno dei punti basilari del buddhismo i cui simboli ritroviamo nelle regole compositive dell’ikebana.

 

Nelle nostre case, ove non esiste il tokonoma, come e dove mettere un ikebana?

Gli ikebana della Scuola Ohara composti negli stili creati prima degli anni 1930  sono visibili solo da un lato (Moribana ed Heika stili Alto, Obliquo, Cascata e -Riflesso nell’acqua-) poiché erano messi solo nel tokonoma, nicchia “sacra” della casa tradizionale giapponese, mentre fra le composizioni negli stili creati dopo tale data alcune  sono visibili da un solo lato mentre altre possono essere visibili anche da più lati poiché, sotto l’influsso della cultura occidentale, queste composizioni sono viste come “decorazione” da mettere al centro dei tavoli; la definizione di-destra o di-sinistra non è applicabile a quest’ultime.

 

 

Le composizioni negli stili creati prima degli anni 1930, sia pensando alla loro posizione nel tokonoma rispetto al kakemono sia per essere coerenti con il loro nome (di-detra o di-sinistra), saranno posizionate in questo modo:

una composizione hongatte (di destra) sarà posta a destra di un elemento con cui deve concordare (quadro, finestra, camino, ecc.) mentre se è messa alla sua sinistra sarà una composizione gyakugatte (di sinistra); ecco alcuni esempi:

N.B:

adeguandosi alla tendenza attuale di semplificare le regole e l’insegnamento dell’ikebana, la Scuola Ohara dal 2015 usa solo l’espressione hongatte e gyakugatte e non più i termini equivalenti di-destra o di-sinistra (vedi articoli 16° e 17°) poiché questi termini creano confusione negli occidentali che prendono come punto di riferimento la destra o sinistra di chi guarda mentre nell’antico Giappone  la destra o la sinistra non è quella di chi guarda ma quella di una persona (o oggetto) più importante al cui lato destro o sinistro si trova l’elemento preso in considerazione.