per i curiosi della storia dell’ikebana

Lo shintoismo ha influenzato le regole compositive dell’ikebana.

Già nel periodo Nara (710-794 d.C.), con la costruzione della prima capitale stabile, il Tenno (Imperatore) era paragonato alla Stella Polare: come tutto il firmamento, se visto dalla terra, ruota attorno alla stella polare così nell’antico Giappone il Tenno era ritenuto il perno attorno al quale “ruotava” il Giappone.

Siccome la Stella Polare è situata a nord anche il Tenno, nelle situazioni formali, prendeva il posto più a nord e il suo palazzo era costruito nella parte più a nord della città imperiale, sia a Heijō (Nara) che a Nagaoka-kyō (sede della Corte per soli 10 anni) e a Heian-kyō (Kyōto). Tokyo, l’attuale sede dell’imperatore, non è nata come città imperiale ma è cresciuta “disordinatamente” attorno alla residenza  dagli shogun Tokugawa, ora Palazzo imperiale, al centro della città.

 

 

 

 

 

 

 

 

Heian-kyō (Kyōto)

Queste città furono costruite seguendo le regole del feng-shui (vedi art. 9°) copiando il modello cinese, sull’asse nord-sud, senza piazze ma solo strade disposte a griglia che limitavano degli isolati e la residenza del Tenno era sempre posizionata a nord della città.

 

Gli antichi romani costruivano le città orientate nord-sud (cardo) e est-ovest (decumano) mentre sin dagli albori del cristianesimo era tradizione orientare i luoghi di culto est-ovest, con l’abside a est

 

Non solo le capitali ma anche le dimore della nobiltà erano costruite sull’asse nord-sud con un ruscello al lato est (il drago azzurro) che da nord scende a sud e forma un laghetto a sud della residenza (la fenice rossa) per poi uscire verso est (la tigre bianca)   vedi art. 9°, feng-shui e ikebana

il Kami Amaterasu, Dea del sole

 

 Per lo shintoismo il Tenno discende direttamente dal kami Amaterasu, perciò nelle situazioni formali egli assume una posizione simbolica a nord (come la Stella Polare) ed è rivolto verso sud, sede simbolica della sua progenitrice, la dea del sole.

  

Per le ragioni esposte, sempre nelle situazioni formali, il Tenno si posizionava in modo da essere rivolto verso il sud/sole/Amaterasu mentre i suoi sudditi prendevano posizione in modo da guardare verso di lui; alle sue spalle poche persone poiché doveva essere protetto dalla tartaruga, ossia una parete (vedi art. 9°)

Queste posizioni protocollari sono  trasferite nell’ikebana in cui, usando i nomi usati dalla Scuola Ohara, shu, l’elemento più importante della composizione, assume il ruolo del Tenno e tutti gli altri elementi  (fuku, kyaku e tutti gli ausiliari) quello dei sudditi.

Da questo schema protocollare shintoista deriva la regola, che ritroviamo già nei primi Rikka,  arrivata modificata di poco fino ai nostri giorni che:

shu guarda verso il sole mentre tutti gli altri vegetali guardano verso shu.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Shōka d’Aspidistra hon-gatte della scuola Ikenobō

Questo concetto è ben visibile nel Rikka e nello Shōka, con il sole “dietro alla composizione, alla sinistra” di chi guarda, se la composizione è hogatte/di-destra. Il lato yang/positivo della foglia shu (verde scuro nel disegno)  è rivolto (“guarda”) verso il sole mentre il lato yang di tutte le altre foglie guarda verso shu.

Il sole è dalla parte opposta della composizione rispetto all’osservatore, shu è rivolto verso il sole e tutte le altre foglie guardano shu: causa questa disposizione simbolica, nello Shōka, noi vediamo “il dietro” della composizione nella sua totalità poiché vediamo la parte negativa/yin (verde chiaro) della maggioranza delle foglie.

La composizioe è vista dalla parte opposta al sole, come noi vediamo la parte all’ombra di questo albero; simbolicamente il sole è posto a sud-est  vedi Art. 15°  perciò chi guarda questo albero è situato simbolicamente a nord

 

 

Con il crescere dell’importanza della classe dei commercianti e artigiani e con la loro voglia di imitare l’aristocrazia shogunale e imperiale anche nel voler occuparsi dell’ikebana, gli stili vennero semplificati e dal complicatissimo e simbolico rikka si passò al semplificato uso di soli tre elementi principali -shu, fuku e kyaku della Scuola Ohara- che la scuola ikenobō mantenne nella stessa posizione -basata sui simboli taoisti del rikka- mentre le altre scuole abbandonarono il simbolo taoista preferendo a questo i simboli del neo-confucianesimo, cambiando la posizione del sole e, di conseguenza, la direzione di shu e fuku.(vedi art. 9°: feng-shui e ikebana)

 

Per differenziarsi dalle altre Scuole che avevano cambiato le posizioni di due dei tre elementi principali,la Scuole Ikenobō chiamò shōka la nuova composizione mentre le altre Scuole la chiamarono Seika.

NB: shōka e seika sono due differenti letture ON dei due kanji che in lettura KUN verranno letti in un periodo successivo  IKEBANA (vedi art. 50° lingua giapponese)

 

Il passaggio dal rikka allo shōka non ha modificato la posizione dei tre elementi principali; invece con il passaggio dal Rikka al Seika e poi al Moribana ed Heika della Scuola Ohara, il sole e il sud sono stati spostati dalla posizione simbolica del tai-ji, dietro e a lato del vaso, a sopra la testa dell’ikebanista ( per essere pignoli, sopra la sua spalla destra, per le composizioni hongatte, e sopra la spalla sinistra, per le composizioni gyakugatte)

shōka

shōka di Ikenobo

 

seika di altre scuole

 

nello shoka, sole e shu-fuku-kyaku sono allineati sulla retta che unisce simbolicamente  cielo(fuku)-uomo(shu)-terra(kyaku) mentre nel seika sole, shu(cielo) e fuku(uomo) sono sulla nuova posizione davanti e alla nostra sinistra mentre kyaku(terra) è rimasto come prima.

ATTENZIONE: la Scuola Ikenobō basa lo shōka sul simbolismo taoista spiegato sopra perciò chiama Cielo il fuku poiché è nel lato yang/cielo del tai-ji e uomo lo shu mentre le altre Scuole associano uomo a fuku e Cielo a shu poiché hanno abbandonato il simbolo taoista in favore del neo-confucianesimo   vedi art. 15°

 

 Nello schema sopra si vede chiaramente che:

° il sole, nel seika, è spostato in avanti: dalla sua posizione simbolica taoista dello shoka assume una posizione più “naturalistica” ossia mentre nello shōka la composizione è visto da nord, dal suo lato negativo, nel seika essa è vista da sud, dal suo lato positivo.

un albero o un cespuglio crescono prevalentemente verso la luce, verso il sole simbolicamente posto a sud: dunque il guardare un vegetale da sud equivale a vederne il suo lato migliore, il suo lato positivo: chiamo questa posizione “naturalistica” ossia chi guarda e il sole sono dallo stesso lato per contrappormi alla posizione “simbolica” del rikka e shōka in cui chi guarda è posizionato a nord e vede il vegetale da dietro, dal suo lato negativo, dal suo lato meno “bello” per gli ochi occidentali.

Da evidenziare che non è possibile, guardando un disegno o una fotografia senza riferimenti esterni, capire le direzioni dei singoli rami e comprendere se si guarda uno shōka o un seika

shōka o seika?

shōka   seika

° la posizione di shu e fuku cambia mentre quella di kyaku rimane inalterata: nello shoka shu e fuku sono diretti verso il retro ossia verso la posizione simbolica taoista del sole mentre nel seika shu e fuku sono diretti in avanti verso una posizione “naturalistica” del sole.

La regola -shu guarda verso il sole e tutti gli altri elementi guardano verso shu- rimane invariata ed è applicata avendo, nel seika, il sole “davanti”; mentre nello shoka si vede maggiormente il lato negativo/yin dei vegetali, causa il cambiamento della posizione del sole, nel seika, chi guarda l’ikebana vede in maggioranza il lato positivo/yang di tutti gli elementi

Ikebanista e sole, che nel Rikka/Shōka si trovavano ai lati quasi opposti rispetto al vaso -ikebanista davanti e sole dietro a sinistra- con il Seika si trovano dalla stessa parte, davanti alla composizione.

La scuola Ohara ha dedotto le sue regole principalmente dal Seika spostando il sole all’incirca sopra la testa dell’ikebanista, perciò ikebanista e sole sono dallo stesso lato del vaso, davanti ad esso. (Per essere precisi il sole si trova sopra la spalla destra dell’ikebanista per le composizioni hongatte o di-destra mentre è sopra la sua spalla sinistra per quelle gyakugatte o di-sinistra)

Si potrebbe dire che la Scuola Ohara guarda la composizione dal davanti in contrapposizione alla scuola Ikenobo che la guarda da dietro.

per la Scuola Ohara shu guarda in avanti verso il sole sopra la testa dell`ikebanista mentre tutti gli altri vegetali guardano contemporaneamente verso shu e verso il sole. se i vegetali sono rigidi e non possono essere piegati per fare in modo che guardino sia verso shu (la loro base) che verso il sole (la parte alta del vegetale), vince la regola che guardano solo verso shu e non verso il sole come in questa composizione con foglie di Sanseveria

Nella scuola Ohara, quando c’è un conflitto fra la regola -tutti gli elementi guardano verso shu- e -tutti gli elementi guardano verso il sole- , la prima regola predomina sulla seconda poiché di origine più antica.

 

 

Come già detto, lo spostamento del punto ideale del sole, all’inizio dietro il vaso e in seguito spostato davanti a questo, è avvenuto con il passaggio dal Rikka al Seika nei primi decenni del periodo Tokugawa (1600 -1867), quando vennero create nuove scuole, tutte derivanti dalla Scuola Ikenobō, per soddisfare il numero sempre più crescente di richieste dei “nuovi ricchi” cittadini (in questo periodo ancora solo uomini).

Nel periodo Edo la classe dei mercanti e artigiani comincia ad emergere; per questa classe, che voleva imitare la nobiltà imperiale e shogunale, il Rikka era troppo complicato da eseguire e il suo contenuto religioso-filosofico era ostico da capire. Per queste ragioni si semplificò il Rikka tenendo solo tre elementi pricipali dei sette/nove del Rikka.

La Scuola ikenobo chiamò Shōka la nuova semplificazione mantenendo la posizione simbolica shintoista dei tre elementi, come nel Rikka, allineati lungo la retta che unisce il punto massimo-yang del cielo al punto massimo-yin della terra e lasciando il sole nella parte posteriore della composizione.

Tutte le altre scuole ritennero questo simbolo taoista ormai superato, spostarono il sole in una posizione più naturalistica in modo da vedere la composizione non più da nord, da dietro, come faceva la scuola Ikenobo, ma da sud e di conseguenza modificarono le posizioni di shu e fuku, chiamando questo tipo di composizione Seika.

Inoltre queste scuole  assunsero una nomenclatura dall’alto in basso usando i nomi cielo-uomo-terra per shu-fuku e kyaku, ( cielo l’elemento più alto, terra l’elemento più corto, uomo l’elemento fra i due) nomi derivanti dalla visione neo-confuciana  che i Tokugawa preferirono al taoismo.

Interessante notare che gli Ikenobo mantennero anche nella costruzione dello Shoka il concetto taoista su cui era basata quella del Rikka e usarono il termine -terra- per kyaku, come le altre scuole, non perché fosse il più basso ma perché si dirigeva nello schema taoista verso la terra. A differenza di tutte le altre scuole,  diedero il nome -cielo- non a shu ma a fuku poiché nello schema del tai-ji, fuku va nella direzione del sole e quindi è nel cielo, mentre usarono il termine -uomo- per lo shu, essendo questi fra cielo e terra.

La Scuola Ohara ha mantenuto il concetto che :

shu guarda verso il sole, situato sopra la testa dell’ikebanista, mentre tutti gli altri vegetali guardano contemporaneamente verso shu e anche verso il sole.

La regola che -shu guarda verso il sole e tutti gli altri elementi guardano verso shu- è palese nella tecnica degli Hagumi di Iris nei Paesaggi Tradizionali della scuola Ohara in cui il fiore shu guarda verso il sole ma tutti gli altri fiori e tutte le foglie devono avere il lato positivo/yang verso la linea passante per il fiore shu.