Tutte le culture antiche erano basate, oltre che sulle religioni, su un assieme di pratiche magico-religiose, credenze e superstizioni che, anche se oggi ai nostri occhi cartesiani appaiono irrazionali e non scientifiche, guidavano e impregnavano tutti gli aspetti della vita quotidiana.

 

In Giappone già nel periodo Heian (794-1185 ) tali credenze e superstizioni erano ben radicate poiché facevano parte o dello shintoismo autoctono o erano state importate con il buddhismo, il confucianesimo e il taoismo.

Ad esempio (leggi articolo 50°  lingua giapponese), il fatto di non usare

 il numero 4

deriva da una superstizione, poiché il kanji 4 nella lettura on (colta, cinese) si legge shi e uno dei suoi cinquanta e più kanji omofoni,

shi, significa morte ;

dunque il suono shi significa sia 4 che morte e per questo si evitava di pronunciarlo; per dire il numero 4 si preferisce la lettura kun (lettura popolare, giapponese) che suona yon .(vedi Art. 50°, lingua giapponese)

tasti di un ascensore in cui non c’è il 4° piano

bancarella di un mercato : manca il 4 ma anche il 9 kyū, troppo simile al suono ku = sofferenza, dolore

L`“Ufficio dei Presagi”, creato alla Corte Imperiale nel 675 d.C., si occupava dello studio degli auspici favorevoli o sfavorevoli per aiutare sia le singole persone sia il governo nella sua politica: le decisioni “che hanno fatto la storia” erano prese basandosi su ciò che i Maestri dello Yin-Yang dicevano. Interessante sapere che esistevano dei tabù direzionali temporanei per cui, ad esempio, un esercito in certi “giorni sfavorevoli” non poteva marciare in quella direzione creduta infausta: dunque o si fermava, anche fino ad un mese, o prendeva un percorso alternativo alla direzione infausta che certamente era più lungo e faceva perdere del tempo prezioso.

Altri esempi tratti da “ Il mondo del Principe Splendente” di Ivan Morris:

L’imperatore o i dignitari annullavano uno spostamento se la direzione quel giorno era infausta.

Alcune attività erano proibite secondo criteri come l’età e il sesso di chi era coinvolto: ad esempio a 16 anni si doveva evitare di spostarsi nella direzione, infausta per tutti i sedicenni, di nord-ovest.

Altri tabù erano legati al ciclo personale di 60 giorni – basato sulla combinazione dei 12 animali dello zodiaco (topo, bufalo, tigre, lepre, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane, maiale) più i cinque elementi (acqua, legno, fuoco, metallo, terra); così alcune attività erano, in un determinato giorno o in una determinata ora, infauste perciò “proibite” come tagliarsi i capelli, tagliare le unghie delle mani, farsi il bagno, iniziare un rapporto amoroso, iniziare una cura medica, partire per un viaggio.

Un giorno ogni 60 -giorno della Scimmia- non si poteva dormire per il pericolo che le potenze malefiche aggredissero durante la notte .

A intervalli regolari le guardie imperiali in servizio a Corte facevano vibrare le corde degli archi per allontanare gli spiriti cattivi e tutta la giornata della Corte era impostata, noi diremmo “limitata”, da queste credenze, per noi superstizioni.

I Maestri dello Yin-Yang erano tenuti in altissima considerazione mantenuta fino all’epoca Edo e dimostrata dal fatto che era loro permesso, per gli spostamenti, usare le portantine, mezzi riservati unicamente alla Nobiltà imperiale e shogunale o ai sacerdoti di alto rango. Fino alla fine del periodo Edo le loro divinazioni erano richieste sia dai membri dalla corte imperiale e shogunale come pure dalla classe emergente dei ricchi mercanti e artigiani.

 

Oltre che di calcoli astrologici, lo studio degli auspici favorevoli e sfavorevoli, dei tabù direzionali, dell’interpretazione dei sogni, i Maestri dello Yin-Yang si occupavano anche di: Feng shui che significa acqua-vento.

 

 

Il feng-shui ha influenzato pure l’ikebana, come vedremo nell’articolo 9°.